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PROGETTO INTEGRATO TERRITORIALE

pianura pisana, dalla fascia pedemontana al mare: primo classificato



Il Progetto Integrato Territoriale (PIT) “pianura pisana, dalla fascia pedemontana al mare” è risultato approvato ed ammesso a finanziamento come primo classificato a livello regionale.

Presentato sulla base del Bando multimisura sul Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 della Regione Toscana relativo ai Progetti Integrati Territoriali – PIT annualità 2016, per conto di un nutrito gruppo di enti, associazioni, aziende agricole, università, l’esito positivo ha significato riuscire ad avere a disposizione circa 3 milioni di euro per l’area di progetto da spendersi nei due anni che abbiamo davanti.

I PIT sono progetti che prevedono l'aggregazione di soggetti pubblici e privati mediante l'adesione ad un Accordo Territoriale finalizzato al miglioramento ambientale ed all'attuazione di strategie mirate alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici.

Il progetto in questione, punta ad individuare le caratteristiche specifiche del territorio e una conseguente organizzazione ottimale della gestione delle acque e delle relative infrastrutture, considerando anche gli effetti positivi in termini di incremento della biodiversità ed i possibili benefici (anche economici) derivanti dalla riduzione delle emissioni di CO2.

Il comprensorio della Piana pisana e dell’area pedemontana del Monte Pisano, per la sua storia e per le caratteristiche morfologiche, sociali e produttive si adatta in modo particolare all’adozione di questo tipo di progettualità, che permette una migliore efficacia dell’intervento di sostegno pubblico, definendo priorità e adeguati strumenti d’azione attraverso specifici atti di programmazione e governance, pertanto è stato deciso di prendere in esame tale comprensorio individuando nell’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli il capofila del progetto. Il progetto, ideato condiviso e concertato attraverso il lavoro della società di consulenza ambientale GreenGea snc di Pisa prevede la partecipazione del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno e del Consorzio 1 Toscana Nord , della Scuola Superiore S. Anna, dell’Autorità di Bacino pilota del Fiume Serchio, dei Comuni di Pisa, Calci, San Giuliano Terme, Vecchiano, Vicopisano, di venti aziende agricole e associazioni agricole professionali come Coldiretti e CTPB, di CNA e Confesercenti per le imprese di trasformazione e ristorazione, di numerosi altri soggetti pubblici e privati che hanno aderito alla proposta progettuale a dimostrazione dell’interesse e quindi del coinvolgimento diretto degli stessi, raggiungendo le 53 unità di partecipanti. Di particolare rilievo il partenariato del mondo della ricerca e dell’università, con, oltre alla partecipazione della Scuola Sant’Anna (con l’Istituto DIRPOLIS), la Scuola Normale Superiore, l’Università di Pisa con il Dipartimento d’Ingegneria ed il Centro “E. Avanzi”, l’Università di Firenze con il Dipartimento di Architettura.

Il Progetto, individuando più specifiche criticità ambientali connesse ad un territorio ben definito, ha messo a punto azioni relativamente alle seguenti tematiche: gestione e tutela delle risorse idriche - diversificazione degli approvvigionamenti, risparmio idrico, miglioramento della gestione delle acque e tutela dei corpi idrici; biodiversità - miglioramento dello stato di conservazione delle aree Rete Natura 2000 e delle altre aree ad alto valore naturalistico; dissesto idrogeologico - protezione del territorio dal dissesto idrogeologico, contrasto ai fenomeni di desertificazione ai fini di una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici; paesaggio - mantenimento o ripristino della diversità del mosaico ambientale tipico del paesaggio rurale toscano, recupero di aree degradate per dissesto o abbandono, salvaguardia del paesaggio storico in aree di particolare pregio; energia - diversificazione delle fonti di approvvigionamento attraverso la valorizzazione delle Fonti Energetiche Rinnovabili .

Il progetto individua tre assi strategici sui quali si concentrano una parte significativa degli interventi e le attività di monitoraggio finalizzate alla successiva divulgazione dei risultati e delle buone pratiche messe in atto: la fascia pedemontana da Vecchiano fino a Vicopisano (con una serie di interventi finalizzati alla prevenzione del dissesto idrogeologico ed al miglioramento della qualità delle acque circolanti nelle aree agricole); il tracciato del Fiume Morto (dalle sue sorgenti nel territorio di Calci, fino al mare) come corridoio ecologico fondamentale di collegamento tra il territorio dell’Area Protetta e l’ambito del Monte pisano; gli ambiti delle bonifiche (da Vecchiano ad Asciano, e fino a Coltano).

Tra le azioni innovative da citare quelle sulla fitodepurazione delle acque mediante l’uso di alghe (azione prevista alle idrovore sulla Barra nel Massaciuccoli), l’uso di droni per l’agricoltura ecocompatibile o l’uso di mezzi ad ultrasuoni per il contenimento dei danni causati dagli ungulati alle colture ed alle infrastrutture dei territori rurali (regimazioni idrauliche, muretti, ecc). Previste anche le sistemazioni delle reti idraulico-agrarie nei campi coltivati, la piantumazione di filari di siepi nelle zone agricole paesaggisticamente povere, interventi di ingegneria naturalistica, la realizzazione di nuove zone umide ed invasi, la recinzione tradizionale di zone danneggiate dai selvatici e iniziative per la valorizzazione delle produzioni di qualità con specifiche azioni divulgative.

Il progetto attiverà, inoltre, le misure di cooperazione 16.5 e 16.4 del Piano di Sviluppo Rurale. Tali misure permetteranno di creare un coordinamento nella gestione degli interventi, focalizzando sulle questioni tematico ambientali e sul mantenimento e miglioramento delle caratteristiche agricole. Tali misure hanno anche l’obiettivo di rendere duraturi nel tempo gli effetti dei progetti finanziati con il PIT.

Tramite un approccio coordinato e partecipativo, il progetto di cooperazione sulla sottomisura 16.5 mira alla condivisione delle conoscenze all'interno del comprensorio della pianura pisana, al fine di incrementare la resilienza degli agroecosistemi locali, attuando azioni di disseminazione e divulgazione di interventi ecologici e buone pratiche agricole che hanno l'obiettivo di preservare e/o ripristinare la naturalità del paesaggio attuando al contempo misure idonee all'adattamento e alla mitigazione ai cambiamenti climatici in atto.

Il progetto sulla sottomisura 16.4 (filiere corte e mercati locali) mira invece alla creazione di nuove economie territoriali diffuse che, grazie alle sinergie tra i diversi attori territoriali legati al mondo della ristorazione collettiva (il caso della Scuola Normale) e privata (sono parte del progetto alcuni ristoranti tipici del territorio), a quello della produzione agroalimentare, ed il pieno sviluppo della multifunzionalità in agricoltura, consentano alle aziende presenti di svolgere a pieno, e pienamente riconosciute, il loro ruolo di produzione di cibo e di presidio e manutenzione del territorio.

Tutti gli aderenti hanno rilevato come in materia di gestione del territorio e ancor più nella definizione degli strumenti e delle strategie di governance territoriale, la progettazione integrata rappresenti una concreta possibilità per iniziare o rinnovare un percorso di crescita socio economica, individuando nuove opportunità di sviluppo, razionalizzando e rendendo maggiormente sostenibili le pratiche esistenti, e quindi il progetto rappresenterà un interessantissimo modello di programmazione e gestione di servizi ecosistemici fondamentali per il contesto territoriale coinvolto. Tale idea di governance territoriale costituisce anche un modo per rendere visibile e concreta, al di la delle designazioni, la presenza della Riserva della Biosfera dell’UNESCO “Selva Pisana”, che già oggi ha confini che superano quelli del Parco di Migliarino San Rossore, Massaciuccoli.

Il risultato raggiunto dal PIT pianura pisana, possiamo affermarlo, è il frutto di una proposta progettuale di qualità e del suo grado di coerenza tra gli obiettivi fondamentali del contrasto al cambiamento climatico e dell’adattamento ai suoi innegabili effetti con le proposte progettuali elaborate. Lavoro svolto avendo a cuore un duplice obiettivo: affermare il valore strategico di una progettazione condivisa degli interventi di cura del territorio in stretto rapporto tra interesse pubblico e ruolo degli agricoltori; riconoscere la centralità del sistema agricolo nelle politiche di governo del territorio oltre a riaffermarne il fondamentale ruolo di produttore del cibo per le comunità. E’ inoltre un fondamentale riconoscimento del concetto di Progettazione Integrata come priorità d’interesse politico e socio economico per il territorio nel suo complesso.

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